Pasquale Pappano, nelle parole di suo figlio
“Sono nato ad Epping, nella contea di Essex, il 30 dicembre 1959.
I miei genitori lavoravano presso una ricca famiglia: mia madre cuoca, mio padre, “butler”, cameriere. Sono arrivati lì senza sapere una sola parola d’inglese e hanno lavorato duro; vivendo nella tenuta padronale. Solo anni dopo ottenemmo un appartamentino a Londra. La cosa andò così: una coppia di maltesi, che i miei avevano conosciuto non so come, riuscirono a inserire il nome di mio padre in una lista di aspiranti alle case ‘popolari’ di proprietà pubblica. Così lasciammo la casa di Epping, dove siamo stati per i primi tempi, e ci trasferimmo a Londra, in Old Pye Street. Io e mio fratello andavamo a scuola a Victoria. Quando poi i miei riuscirono a comprare la prima casa, a Clapham, Londra, sulla sponda opposta del Tamigi, per 7.500 sterline, ci spostammo nuovamente.
Mio padre ha sempre avuto una ‘doppia’ vita lavorativa. Di giorno faceva il cuoco, credo in un ospedale, e a sera tornava a essere maestro di canto. Dalle quattro del pomeriggio fin verso le nove, affittava un piccolo studio nel centro di Londra e lì insegnava canto, non potendo farlo nell’appartamentino dove abitavamo, perché era troppo piccolo, e i condomini non glielo consentivano.
Quando, sui dieci anni, divenni abbastanza bravo al pianoforte, andavo da lui nello studio e lo aiutavo, accompagnando i cantanti.
Devo confessarlo: al pianoforte preferivo il pallone. Sono però sempre vissuto in un ambiente musicale, attorniato da dischi e in compagnia dei cantanti che andavano e venivano da mio padre.
Non ero un genio quando ero ragazzo, e neppure un bambino prodigio; ma poco a poco cominciai a diventare sempre più bravo…”
I miei genitori lavoravano presso una ricca famiglia: mia madre cuoca, mio padre, “butler”, cameriere. Sono arrivati lì senza sapere una sola parola d’inglese e hanno lavorato duro; vivendo nella tenuta padronale. Solo anni dopo ottenemmo un appartamentino a Londra. La cosa andò così: una coppia di maltesi, che i miei avevano conosciuto non so come, riuscirono a inserire il nome di mio padre in una lista di aspiranti alle case ‘popolari’ di proprietà pubblica. Così lasciammo la casa di Epping, dove siamo stati per i primi tempi, e ci trasferimmo a Londra, in Old Pye Street. Io e mio fratello andavamo a scuola a Victoria. Quando poi i miei riuscirono a comprare la prima casa, a Clapham, Londra, sulla sponda opposta del Tamigi, per 7.500 sterline, ci spostammo nuovamente.
Mio padre ha sempre avuto una ‘doppia’ vita lavorativa. Di giorno faceva il cuoco, credo in un ospedale, e a sera tornava a essere maestro di canto. Dalle quattro del pomeriggio fin verso le nove, affittava un piccolo studio nel centro di Londra e lì insegnava canto, non potendo farlo nell’appartamentino dove abitavamo, perché era troppo piccolo, e i condomini non glielo consentivano.
Quando, sui dieci anni, divenni abbastanza bravo al pianoforte, andavo da lui nello studio e lo aiutavo, accompagnando i cantanti.
Devo confessarlo: al pianoforte preferivo il pallone. Sono però sempre vissuto in un ambiente musicale, attorniato da dischi e in compagnia dei cantanti che andavano e venivano da mio padre.
Non ero un genio quando ero ragazzo, e neppure un bambino prodigio; ma poco a poco cominciai a diventare sempre più bravo…”
Sir Antonio Pappano